Castelli e Sapori della provincia piacentina
I Edizione
Un territorio sorprendente. E’ stata questa la sintesi dei giornalisti e blogger chiamati al primo Educational Press Tour – Castelli e Sapori del Piacentino – che si è svolto dal 21 al 24 maggio, organizzato dal circuito Mangiare Piacentino che raggruppa operatori del settore enogastronomico, uniti ed impegnati in iniziative di promozione territoriale.
Mangiare Piacentino nasce nel 2004 da un progetto avviato dall’Amministrazione provinciale che vedeva Mario Spezia vicepresidente e assessore alle politiche agricole, e che tendeva al recupero e alla valorizzazione del territorio, della sua cucina e dei suoi prodotti tipici.
Roberto Rossi, esperto in marketing e comunicazione, venne incaricato nello sviluppo del progetto e nella creazione del circuito che, ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per gli operatori del food, con un proprio portale web e relativa App. “In questo momento – precisa Roberto Rossi coordinatore dl progetto – il circuito Mangiare Piacentino rappresenta un’importante attrazione turistica che muove amanti della buona cucina provenienti da tutt’Italia e dall’estero, grazie proprio a questa capacità di fare sistema che gli operatori del nostro territorio hanno dimostrato di possedere”.
Il viaggio che ha coinvolto due giornalisti e tre blogger (vedi fondo articolo) aveva un unico scopo: implementare l’aspetto culturale dei colli piacentini, con un focus particolare su arte, storia, cultura del vino e del cibo della tradizione. Le valli piacentine sono già conosciute per i paesaggi spettacolari, la ricchezza culturale e la biodiversità, ma anche per le tante possibilità di alloggio offerte dagli accoglienti agriturismi dove, è inutile sottolinearlo, si mangia assai bene!
E’ conosciuta la provincia piacentina, si, ma non troppo. O almeno per quanto meriterebbe esserlo.
Qui, in un week end, si può fare veramente tanto. Gli sportivi ed amanti della natura possono scegliere tra piacevoli passeggiate o il trekking più estremo, dalle pedalate per tutti a piste ciclabili per più esperti, mentre per chi è appassionato di arte e cultura può vivere l’offerta di un turismo culturale di notevole significato, tra storia e religione raccontata dai suoi antichi palazzi e dalle sue numerose belle chiese. Il territorio si presta anche per entusiasmare gli amanti della fotografia mettendoli alla prova con la loro abilità, tra i chiaroscuri degli antichi borghi, le luci e i colori delle vedute che si aprono ad ogni curva o della natura che si mette in posa per macro da incorniciare. E poi c’è il turismo dei sapori della cucina, i profumi dei prodotti della terra che, uniti e mescolati con saccenza e manualità, danno luogo a piatti che sono l’essenza vera della genuinità e della bontà. Specialità abbinate ai vini che sono altra eccellenza del piacentino, dal Gutturnio all’Ortrugo, una sinfonia di arie che risuonano sulle tavole, capaci di mettere sempre allegria e buonumore. Perchè la buona cucina è benessere, è la SPA più gustosa che mette tutti d’accordo!
si parte dalla val Tidone
La prima tappa è presso l’Azienda Podere Casale, dove avviene il nostro primo incontro con i vini piacentini. Il titolare, Nicolas Rigamonti, ci intrattiene raccontandoci la storia del Gutturnio, il re dei rossi piacentini, un vino che ritroveremo sulla tavola dell’Azienda Il Gelso, dove Pierangelo Romersi, Presidente di Destinazione Turistica Emilia ci racconta che “I colli piacentini rappresentano una piacevole scoperta per chi è alla ricerca di un week end di relax, cultura e castelli, passeggiate ed in particolar modo l’esperienza del gusto, siamo nel cuore della Food Valley italiana (e quindi mondiale) e gustare i prodotti DOP e i piatti della tradizione rappresenta già un’esperienza di qualità della vita. Inoltre conoscere il legame tra territorio, produzione e degustazione offre la possibilità di conoscere quello che si mangia, cosa che sempre di più viene richiesta dal turista, ma non solo”.
E’ il primo incontro goloso con la cucina della tradizione: coppa, pancetta e pisarei e fasò. La seconda giornata, grazie al supporto dell’Associazione Castelli del Ducato di Parma Piacenza e Guastalla, è all’insegna della scoperta dei Castelli di Agazzano e di Rivalta. Da sempre di proprietà della famiglia Gonzaga-Scotti, il Castello e la Rocca di Agazzano, situati in un magico giardino alla francese, uniscono l’austerità dell’architettura medioevale e l’eleganza della dimora signorile del Rinascimento.
Il Castello di Rivalta, noto per il paesaggio che lo circonda e gli ospiti che lo hanno frequentato, attualmente di proprietà della famiglia dei Conti Zanardi Landi, è un suggestivo borgo medievale. Oggi ospita un albergo, due ristoranti e una piccola ma rilassante Spa. Interessante la piccola chiesa di San Martino. Il castello dall’aspetto roccaforte/residenza offre ai visitatori la possibilità di ammirare numerose stanze arredate.
Inframmezzato alla visita dei castelli una simpatica e, una volta ancora, gustosa pausa di mezzogiorno presso l’Azienda Agronauta, dove Martina si è esibita nella preparazione dei tortelli alla piacentina con ripieno di ricotta, spinaci e grana ( i turtei con la cua), mostrando grande abilità e destrezza. Alla sera, dopo una visita alla Cantina Oddi, guidati da Paolo, siamo andati alla scoperta di un vino dalle antichissime origini: il Fruttano. Per la cena la strapochi passi e ci siamo deliziati alla tavola dell’Agriturismo Il Viandante, sempre della stessa famiglia Oddi. La terza tappa del Tour ci ha portati in visita a Bobbio, borgo medievale, noto per il lungo Ponte del Diavolo sul fiume Trebbia. Dopo una visita alla splendida Abbazia di San Colombano, al Duomo e al Castello Malaspina, obbligatoria la sosta per un aperitivo, assai rinforzato, presso il Ristorante Il Piacentino, dove assaggiare il piatto tipico di Bobbio: i macaròn fàt cón l’angùcia. E non finiscono qui le belle sorprese…